Storia e dottrine degli Islam
Dialettiche di oppressione: ermeneutica coranica e azione politico-sociale nella teologia islamica della liberazione in Sudafrica
Il progetto intende ripercorrere la costruzione del discorso della teologia islamica della liberazione in Sudafrica nel corso degli ultimi quindici anni di regime dell’apartheid (1979-1994) e nei venticinque anni successivi alla sua abolizione. Il caso-studio su cui è focalizzato il progetto è la moschea di Claremont Main Road, a Cape Town, affermatasi fin dal 1980 come la principale tribuna religiosa da cui il movimento islamico progressista ha elaborato e diffuso il suo discorso politico. Il progetto è fondato sull’ipotesi che la costruzione di questo discorso rappresenti un esempio eccellente, e ancora relativamente poco studiato, dell’interazione fra globale e locale nella costruzione del discorso islamista nel contesto postcoloniale. La costruzione di un’ermeneutica storica radicata nella prassi e la rivendicazione di una preferenza divina per i poveri e gli oppressi hanno rappresentato i pilastri di una teologia che, lungi dal perdere rilevanza con la fine dell’apartheid, ha continuato a produrre una riflessione critica originale, incentrata sui temi della giustizia economica e sociale, della giustizia di genere, e del pluralismo religioso.
Ci lavora Margherita Picchi.
‘Abd al-Rahman al-Kawakibi (Aleppo 1855-Cairo 1902)
Al-Kawakibi è stato una delle voci di una fase di rinnovamento del pensiero arabo e islamico del XIX secolo che ha alle sue origini cambiamenti socio-politici strutturali (come l’inclusione dell’economia siriana e della regione mediorientale più in generale nell’economia capitalistica sempre più globalizzata, il colonialismo europeo e il tramonto di un mondo fatto di Imperi a favore di uno fatto di Stati nazionali) come anche l’incontro con ideologie e concetti sviluppatisi in Europa (nazionalismo, liberalismo, socialismo, pensiero libertario). Al-Kawakibi è noto soprattutto per due opere, pubblicate a cavallo del XX secolo. Umm al-Qura (La madre dei villaggi), in cui l’autore si immagina le discussioni sulla questione del declino del mondo islamico da parte di una delegazione di dotti religiosi rappresentativi dello spettro dottrinale e geografico dell’Islam. Taba’i‘ al-istibdad wa-masari‘ al-isti‘bad (Le caratteristiche del dispotismo e i danni dell’asservimento) è invece un’analisi filosofica del dispotismo e delle sue conseguenze sulle diverse sfere dell’agire umano, come la religione, la conoscenza, la morale, l’economia. L’attuale ricerca si concentra sulla proposta avanzata da al-Kawakibi di un califfato arabo come contributo al dibattito regionale e transnazionale sul futuro politico della umma e sulla sua concezione del rapporto tra il politico e il religioso.
Ci lavora Francesco Cargnelutti.