Biografie del Novecento

Giuseppe Dossetti

La ricca documentazione depositata nell’archivio FSCIRE da Giuseppe Dossetti (1913-1996), fondatore dell’Istituto per le scienze religiose, ha consentito agli studiosi nel corso dei decenni di avviare numerose ricerche sulle diverse fasi della vita del teologo, politico e intellettuale italiano. L’analisi della documentazione ha prodotto una serie di volumi che continua nel tempo ad arricchirsi con ricostruzioni sulla vita e l’attività di Dossetti, facendo luce sul suo ruolo in fasi cruciali quali il suo impegno nel concilio Vaticano II accanto al vescovo Lercaro.

Ci lavorano Enrico Galavotti, Alberto Melloni.

Giacomo Lercaro

La disponibilità dell’archivio del card. Giacomo Lercaro (1891-1976) presso FSCIRE permette di ricostruire con fonti di prima mano molti aspetti della biografia di uno dei vescovi italiani più noti a livello internazionale e maggiormente legati alla sensibilità roncalliana; di particolare rilievo è il contributo che egli diede al concilio Vaticano II e alle riforme postconciliari, in particolare nell’ambito liturgico.
Dopo l’analisi del periodo trascorso a Genova (1891-1947) e del noviziato episcopale a Ravenna (1947-1952), la ricerca si sofferma sul periodo bolognese di Lercaro (1952-1968), ricostruendo la trama del suo progetto pastorale nella diocesi “rossa” per antonomasia, fino a una rimozione giunta nel momento più alto del suo magistero per la pace nel mondo, e nel vivo del cantiere di riforma della diocesi. Sono già stati pubblicati per Il Mulino i volumi Araldo del Vangelo. Studi sull’episcopato e sull’archivio di Giacomo Lercaro a Bologna. 1952-1968, a cura di Nicla Buonasorte (2004) e nel 2018 Rimozioni. Lercaro 1968 di Alberto Melloni.
Nel 2021 Davide Dainese ha pubblicato "Pane celeste, pane terreno" (Edizioni di Storia e Letteratura) sulla Didaché nei discorsi del cardinale.

Ci lavorano Nicla Buonasorte, Alberto Melloni e Davide Dainese.

Lorenzo Milani

Il cantiere di ricerca ormai più che trentennale su don Milani e la raccolta delle sue carte portata avanti negli anni hanno permesso a FSCIRE di proporre e realizzare il progetto dell’edizione critica dei testi di don Milani. L’alto valore del progetto ha avuto nel novembre 2015 il riconoscimento da parte del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, che ne ha promosso l’Edizione Nazionale, diretta da Alberto Melloni, e ne ha costituito una commissione scientifica. L’opera omnia in edizione critica di don Lorenzo Milani è stata pubblicata nel 2017 per i Meridiani Mondadori (Don Lorenzo Milani. Tutte le opere, diretta da A. Melloni, a cura di F. Ruozzi e A. Cafora, V. Oldano, S. Tanzarella, 2 voll., Milano, Mondadori, 2017).
L’archivio don Lorenzo Milani venne formalmente costituito presso la Fondazione per le scienze religiose di Bologna nel giugno del 1974, quando la madre, Alice Weiss Milani Comparetti scrisse una lettera circolare a nome proprio e dei figli, Adriano ed Elena, indirizzata «Agli amici di don Lorenzo Milani», con la quale comunicava la decisione della famiglia che, «perché l’eredità della sua parola e del suo esempio non si disperda, bene comune affidato a tutti, si è costituito presso l’Istituto per le Scienze Religiose di Bologna, un Fondo Lorenzo Milani, destinato a raccogliere e custodire scritti, lettere, testimonianze che possono direttamente o anche indirettamente illuminare maggiormente la sua figura e la sua opera». Proprio la serietà e il rigore di questa istituzione le sembrava la sede adatta per affidare le sue carte per lo studio dell’opera di don Lorenzo. Dal 1974, l’archivio si è arricchito con altri fondi e donazioni di carte, in originale o in copia (fondo Elena Milani, fondo Pecorini, fondo Pirelli Brambilla, fondo Cartoni, fondo Francuccio Gesualdi, e tanti altri), e si è avviato un progetto di digitalizzazione delle carte depositate e di quelle conservate in altri archivi, così da riunire, almeno a livello virtuale, un unico e completo archivio Milani.
I risultati dell’edizione critica sono stati presentati in anteprima nel convegno Don Lorenzo Milani. «Al centro della Chiesa, non ai margini», il 31 ottobre 2015 al Gabinetto Vieusseux, a Firenze, con il patrocinio dell’arcidiocesi di Firenze.

Ci lavorano Federico RuozziAlberto Melloni.

John Courtney Murray

Murray (1904-1967), teologo gesuita, nacque negli Stati Uniti ed entrò nella Compagnia di Gesù della provincia di New York nel 1920. Al termine dei suoi studi classici e filosofici al Boston College, insegnò latino e letteratura inglese all’Ateneo de Manila, nelle Filippine. Al suo ritorno negli Stati Uniti intraprese gli studi teologici al Woodstock College, nel Maryland. Nel 1933 fu ordinato sacerdote e proseguì i suoi studi all’Università Gregoriana, dove nel 1937 conseguì un dottorato in sacra teologia con una specializzazione nella dottrina della grazia e della Trinità. Al suo rientro a Woodstock, insegnò teologia trinitaria e nel 1941 assunse la direzione del giornale gesuita «Theological Studies». La sua esperienza europea lo avvicinò allo studio della dottrina cattolica sul rapporto tra Chiesa e Stato e i suoi contributi sul tema furono ampiamente pubblicati negli Stati Uniti e in Europa. Le sue posizioni lo portarono alla censura, nel 1955. Invitato con il ruolo di perito al concilio Vaticano II nel 1963, lavorò con Pietro Pavan alla Dichiarazione sulla libertà religiosa. Il progetto di ricerca su Courtney Murray si propone di inserire il gesuita nel più ampio contesto statunitense in cui crebbe e si formò, approfondendo lo studio sulla Chiesa cattolica statunitense nel ventesimo secolo, le sue relazioni con il governo e le sue posizioni rispetto al particolare assetto costituzionale statunitense.

Ci lavora Francesca Cadeddu.

Ivan Illich

Ivan Illich (1926-2002), sacerdote cattolico che rinunciò all’esercizio del suo ministero nel 1969 a seguito di contrasti con la curia romana, è stato uno degli esponenti più radicali del “pensiero critico” del Novecento, svolgendo una spietata analisi delle moderne società “sviluppate”, i loro rituali, le connesse mitologie, che egli interpretò da ultimo come uno stravolgimento del cristianesimo.
La ricerca che lo riguarda mira a ricostruirne gli anni di formazione (1926-1951) nella loro scansione storico-geografica – tra la Dalmazia paterna, la Vienna materna, la Firenze della messa in salvo dalla persecuzione antiebraica, la Roma della preparazione filosofico-teologica – e nel prisma dei rapporti affettivi, intellettuali e spirituali che condussero Illich alla sua prima maturità di uomo e di sacerdote cattolico.

Ci lavora Fabio Milana.

Alberto Altana

Don Alberto Altana (1921-1999) nacque a Reggio Emilia dove visse per la maggior parte della sua vita e dove, insieme al suo maestro don Dino Torreggiani, fondò la famiglia religiosa dei Servi della chiesa. Nel 1939 iniziò la formazione universitaria, seguì i corsi di Giurisprudenza all’Università di Bologna, Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano e, infine, gli studi teologici dapprima al seminario di Albinea, sede “temporanea” del seminario di Reggio Emilia, e successivamente alla Pontificia Università Gregoriana a Roma. Ordinato sacerdote il 19 marzo 1949, da subito si occupò della formazione e dei ritiri dei probandi dell’istituto. Fu il sacerdote dei rom e dei sinti, dei carcerati e dei senzatetto, nelle aree più emarginate della città. Negli anni di San Giovanni Bosco fu anche insegnante di teologia morale presso il seminario vescovile di Reggio Emilia. Nel 1963 fu inviato a Roma per l’erezione della parrocchia di San Gregorio Magno, nel quartiere popolare della Magliana, ancora in costruzione e senza un complesso parrocchiale, dove rimase fino al 1968 quando fu richiamato a Reggio Emilia per occuparsi della restaurazione del diaconato permanente. In quell’anno fondò la rivista «Il diaconato in Italia» e due anni dopo fu tra i promotori della «Comunità del diaconato in Italia». Fu uno dei protagonisti delle vicende della chiesa reggiana che visse nel 1978 l’ordinazione dei primi diaconi e il sinodo sul tema Evangelizzazione in terra reggiana e guastallese oggi (1979-1987).
Il progetto di ricerca su Alberto Altana si prefigge due obiettivi: in primis l’approfondimento della figura del sacerdote reggiano e il suo inserimento nel contesto della chiesa reggiana pre- e postconciliare (scrittura della biografia e stesura della bibliografia) e, in secondo luogo l’inventariazione e la catalogazione del materiale del fondo Altana, conservato presso FSCIRE.

Ci lavora Giulia Grossi.